Il Gender Diversity Index misurato ogni anno da European Women on
Boards (EWoB), analizza la rappresentanza di genere nei consigli di
amministrazione e nei vertici aziendali delle più grandi realtà europee
Quando partecipo a eventi rivolti al mondo femminile, come l’ultimo al
quale sono intervenuta, WomenX Impact tenutosi a Bologna lo scorso
novembre, cerco di raccontare il mio percorso di carriera e il
patrimonio di esperienze maturate per incoraggiare altre donne a
manifestare la propria natura e capacità di leadership nell’ottica del
raggiungimento della parità di genere.
Fortunatamente qualcosa si sta muovendo anche in Italia, proprio in
questi giorni la presidente Rai Marinella Soldi ha firmato il
memorandum d’intesa NO WOMEN NO PANEL.
“Convegni, dibattiti, trasmissioni radio-televisive dove sono solo uomini a parlare equivalgono a un racconto fuorviante della società. La Rai ha deciso di partecipare al cambiamento e di aderire al Memorandum d’Intesa ‘No Women No Panel – Senza donne non se ne parla’ per una rappresentazione paritaria ed equilibrata nelle attività di comunicazione” dichiara Marinella Soldi.
La parità di genere è una questione sempre più centrale per la Rai,
come per il Paese. Eppure nei programmi Rai la presenza femminile di
esperte è solo per il 22,3% . “Ed è qui allora che si deve agire” ribadisce la presidente Rai. Questo è un tema che stimola le nostre sensibilità e che ci ricorda l’assenza delle donne non solo dal ruolo, ma soprattutto dalla funzione.
Una domanda… ci manca talento femminile o semplicemente non gli
diamo voce?
Prima di passare alla lettura dei dati più recenti del Gender Diversity
Index vorrei aggiungere questa raccomandazione a tutte le donne:
“Non dimenticatevi di credere in voi stesse e non abbiate paura.
Diventiamo ciò che crediamo di noi”.
Il Gender Diversity Index
Il Gender Diversity Index misurato ogni anno da European Women on
Boards (EWoB), analizza la rappresentanza di genere nei consigli di
amministrazione e nei vertici aziendali delle più grandi realtà europee.
Il GDI è lo studio più attendibile sulla presenza femminile nei diversi
ruoli apicali e descrive con grande precisione l’evoluzione della
leadership femminile nel tempo.
Nel corso della presentazione, dopo una nota di benvenuto della
Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, i
relatori hanno esposto i progressi compiuti da 668 aziende di 19 Paesi
europei in termini di diversità di genere nelle posizioni di leadership.
La stessa Ursula von der Leyen ha voluto sottolineare che tutte le
ricerche e gli studi economici dimostrano che le aziende che
abbracciano la diversità hanno più successo. Questo è vero negli affari, nella politica e nella società nel suo insieme.
“Eppure, troppo spesso, e soprattutto quando si guardano le posizioni di vertice, si sente dire da uomini che non è possibile trovare donne con il profilo giusto… Ebbene, se le cercate seriamente, le troverete.Lo so bene per esperienza, quando mi sono battuta per avere il primo Collegio dei Commissari in assoluto con equilibrio di genere” ha affermato con orgoglio. E ha aggiunto: “Guardate la società in cui viviamo: la diversità è un dato di fatto. Ma se questa diversità si riflette nelle aziende e nelle istituzioni è qualcosa di più, una scelta voluta”.
In effetti la parità di genere ha iniziato a fare dei progressi, ma non
abbastanza velocemente, e non ovunque nell’UE.”In qualità di
Presidente della Commissione, insisterò affinché la nostra proposta di
avere più donne nei Consigli di Amministrazione diventi legge dell’UE” ha concluso Ursula von der Leyen.
EWoB – European Women on Boards
European Women on Boards è un’associazione senza scopo di lucro
con sede a Bruxelles incentrata sul promuovere la parità di genere nel
processo decisionale europeo. Oltre a condurre questa ricerca sulla
diversità di genere nelle più grandi società europee, diffonde le migliori pratiche sulle politiche e misure di governance societaria che
favoriscano la diversità di genere e contribuiscano allo sviluppo e
all’empowerment delle donne.
Le donne sono ancora sottorappresentate
Il dato del 2021 non è confortante: la ricerca mostra che, nonostante
alcuni progressi incoraggianti negli ultimi anni, le donne sono
sottorappresentate nei consigli di amministrazione e nelle posizioni
dirigenziali. Questa resta ancora una sfida importante per gli Stati
membri dell’UE. Solo una netta minoranza delle 669 le aziende che
fanno parte del campione sono vicine alla parità di genere a livello di
consiglio di amministrazione e più in generale nella composizione dei
ruoli dirigenziali.
Il 2021 vede piccoli miglioramenti rispetto al 2020, ma non basta. Qui i
dati.C’è comunque un miglioramento significativo; sono 87 su 669 le
aziende in cui la leadership femminile supera il 40% delle posizioni
disponibili, rispetto al dato precedente di 47 aziende nel 2019. Tuttavia, nonostante gli importanti progressi compiuti nelle aziende maggiori, non c’è la stessa progressione nelle aziende di dimensione inferiore.
I Paesi più avanzati
Osservando i dati a livello del singolo Paese europeo, le società di
Norvegia, Francia, Regno Unito, Finlandia e Svezia sono le più vicine
ad avere una governance equilibrata in termini di parità di genere, dato rilevato nel 2020.
“Non possiamo affrontare la disuguaglianza se neghiamo che esiste”
dichiara Päivi Jokinen, chairwoman di EWoB. “I risultati sono chiari: c’è
spazio di miglioramento in tutto il mondo aziendale e in tutta Europa.
Dovremmo continuare a fare in modo che tutti si sentano apprezzati e in grado di dimostrare le proprie capacità nella nostra società. Le donne non dovrebbero essere l’eccezione.”
Alla velocità di cambiamento attuale, l’obiettivo del 40% di donne nei
CdA entro il 2025 non sarà raggiunto.
La certificazione di genere
Anche il Winning Women Institute, associazione impegnata sul tema
della gender equality, afferma che le aziende con una maggiore
diversità affrontano le sfide del mercato in modo più efficace. Per
questo promuove la certificazione di genere prevista dal PNRR, che
non solo permetterà di assicurare una maggiore partecipazione delle
donne al mercato del lavoro e una riduzione del gender pay gap, ma
darà luogo anche a benefici contributivi e sgravi fiscali per le aziende
che adotteranno policy adeguate a ridurre il divario di genere.
In questo contesto, GWPR Italia ricopre certamente un ruolo importante: Global Women in PR Italia è un’associazione senza scopo
di lucro, parte del network internazionale GWPR, che nasce per
istituire un punto di riferimento e rappresentanza per i manager donna
(quadri e dirigenti) che operano nel settore delle PR, della
Comunicazione, del Public Affairs e dell’Advocacy al fine di contribuire
a incidere sulla cultura del valore nella diversità di genere.
L’obiettivo è creare valore, stimolare l’espressione del pieno potenziale e crescita del talento femminile per assolvere un ruolo di leadership capace di lasciare ogni giorno un segno nella società in cui viviamo, fertilizzando un ambito di dialogo, integrazione e inclusione.
La missione è costruire una rete capace di portare in luce e divulgare
sia i valori fondamentali che il mondo delle donne porta con sé, sia
quelli relativi all’intelligenza emotiva fondata sui processi di
consapevolezza e integrazione.