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Ariadne Digital, le donne hanno migliorato ambiente di lavoro e crescita economica

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Per Ariadne Digital, le donne hanno portato un netto miglioramento. Infatti, ricoprono ruoli strategici in azienda. La società di design e engineering è focalizzata da anni sullo sviluppo di piattaforme digitali evolute. Un settore che, nell’immaginario collettivo, non è molto “rosa”.

E i numeri, a livello globale, lo confermano. Infatti la percentuale di donne che lavorano nel comparto Ict non supererebbe il 20%. Lo dicono gli ultimi dati Ocse. Ma qualcosa è cambiato. A raccontarlo a Winning Women Institute, Marcello Ricotti, Ceo di Ariadne.

Ariadne, un’azienda sempre più rosa. Ci dà qualche numero?

Nel 2012 su 32 dipendenti in Ariadne Digital si contavano 3 donne (<10%), impiegate in ruoli tradizionali di segreteria e amministrativi. Nel 2018 su un totale di circa 60 unità contiamo 16 donne (27%). Con un aumento dovuto quasi esclusivamente a figure tecniche, principalmente ingegneri informatici.

E ai vertici?

Il nostro responsabile amministrativo (CFO) è una donna. Tra le giovani leve ci sono due ingegneri che stanno per assumere un ruolo di coordinamento di team. Certo le donne che ricoprono ruoli manageriali rappresentano solo il 15% dei professionisti in questo settore. Ma, come vedete, qualcosa sta cambiando.

Quali programmi per le donne sono stati fatti in azienda?

Non abbiamo programmi istituzionalizzati di questo tipo. Anche perché il “fattore donna” non è stato pianificato, ma devo riconoscere che è “capitato”. Capitato nel senso che gli ingegneri più prepararti, motivati e con i migliori voti, erano sempre più spesso donne. Per questo motivo non ci siamo attrezzati preventivamente, ma sono aspetti su cui stiamo ragionando. Ciò detto, siamo perfettamente consci del valore maggiore che una donna attribuisce al worklife balance rispetto ad un uomo. Cerchiamo quindi di assecondare le esigenze, soprattutto quelle delle mamme.

Secondo l’Itu, l’organizzazione dell’Onu per la diffusione delle nuove tecnologie, in Italia le ragazze costituirebbero il 30% dei tecnici informatici.

Questo è un punto dolente. C’è ancora una diffusa convinzione nelle famiglie che le materie tecnico-scientifiche siano attitudinalmente campo degli uomini. Questo è falso. Lo dimostra la storia di illustri scienziate e anche personaggi simbolo. Una per tutte, Fabiola Gianotti, direttore del CERN, l’istituzione che concentra la maggiore espressione del sapere tecnico-scientifico-informatico mondiale.

Quindi, secondo lei, le materie Stem sono adatte anche per la carriera femminile?

Non credo ci sia una predisposizione di genere per le materie scientifiche o l’informatica. L’informatica, soprattutto nella progettazione e lo sviluppo software in architetture open, ha una componente creativa da un lato e di metodo dall’altra, che sono alla portata di molti. E’ da sfatare il mito che bisogna essere “portati” per fare questo mestiere. Credo che vi sia anche molto metodo. Una capacità di apprendere e capire, capacità di ascolto dei bisogni dei clienti/interlocutori. Caratteristiche che sia donne che uomini possono possedere. Quindi perché precludersi un percorso di studi che fornisce un lavoro certo? A tempo indeterminato e spesso in aziende giovani e più aperte alle esigenze delle donne?

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Come si spiega questa tendenza allora?

Penso che una parte della colpa sia da attribuire a pregiudizi. In Italia le iscritte a tutti i corsi di laurea dell’area scientifica nel biennio 2016-2017 sono state solo il 36,7% del totale (200.116, contro 344.468 dei colleghi uomini). Dobbiamo cambiare completamente il punto di vista. Iniziare a guardare le materie Stem non soltanto come codici e numeri, ma come strumenti innovativi e creativi per risolvere problemi, spesso molto complessi.

Ariadne Digital è in forte crescita. Pensa sia dovuto anche al fatto che l’azienda è sempre più rosa?

Il fattore scatenante la crescita in azienda non è dovuta alla presenza femminile, ma a scelte imprenditoriali e di marketing oculate. Per certo, però, la componente femminile ha creato in azienda un clima più equilibrato, più sereno. Questo non è motivo di crescita, ma la supporta. Ci ha fatto diventare più responsabili nei confronti dei colleghi, meno camerateschi e più professionali. Quindi, in parte sì, la presenza femminile è uno dei fattori che, se non sono la causa, sicuramente sono un fattore che favorisce la crescita.

Può darci dei numeri?

Ariadne Digital ha avuto una crescita a 360 gradi: il fatturato della società è aumentato del 100% negli ultimi 5 anni e il numero di dipendenti è cresciuto quasi del 65%. Le donne sono in ruoli per noi strategici: come ad esempio la gestione dei progetti o il coordinamento dell’assistenza clienti.

Comunicare l’impegno per le Pari Opportunità può avere un vantaggio competitivo nei confronti del consumatore/cliente?

Si, assolutamente. Il discorso, però, non vale solo per le differenze di genere. Ma per tutte le differenze che nulla hanno a che fare con la professionalità, la competenza e l’impegno delle persone. Quello che premia, è cercare sempre di premiare il merito indipendentemente dal genere, dall’etnia, dalle convinzioni politiche o religiose.

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