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Certificazione sulla Parità di genere: perché il bollino è amico delle aziende

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No bollino, no business. Enrico Gambardella, presidente e co-founder di Winning Women Institute racconta come investire in Pari Opportunità sia conveniente per le aziende. “Lo chiede il mercato”, racconta. La Certificazione sulla Parità di genere è diventata un’esigenza.

E sempre più velocemente le aziende si adeguano. L’obiettivo è aumentare la propria credibilità, competitività e i propri fatturati. Il rischio invece è di rimanere indietro e di non essere in grado di rispondere a delle semplici domande.

Quali i vantaggi che le aziende possono avere con la prima Certificazione sulla Parità di Genere in Italia?

I vantaggi sono prevalentemente tre:

  1. sapere di essere virtuosi e pienamente rispettosi delle Pari opportunità;
  2. essere pronti a rispondere a stakeholder interni (CdA, dipendenti) ed esterni (Investitori, analisti, clienti) su tematiche sempre più importanti e stringenti;
  3. comunicare la certificazione per averne un vantaggio competitivo nei confronti del consumatore/cliente.

Questo terzo punto riteniamo sarà dirompente. La possibilità di comunicare ai consumatori la propria eticità e l’assoluta mancanza di disuguaglianza all’interno del proprio ambiente lavorativo va a coincidere con la propensione dei consumatori ad acquistare prodotti d’eccellenza venduti da aziende altamente etiche.

Cosa garantisce trasparenza?

Innanzitutto perché nel processo di certificazione, la rilevazione dei dati è attuata da Ria Grant Thornton, una primaria società che fa parte del network di leader mondiali di consulenza e revisione. Inoltre, la Certificazione di Winning Women Institute è una vera certificazione. L’Istituto non certifica la “buona volontà” o le “buone intenzioni” delle aziende sul tema della Gender Equality. Certifica solo le aziende con un elevatissimo standard quantitativo e qualitativo e che sono già virtuose in questo campo. Da questo punto di vista valutiamo oggettivamente lo stato dell’arte dell’azienda, e se non si raggiunge un adeguato thresholder, non si ottiene la certificazione.

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Le certificazioni, un tempo per addetti ai lavori e per processi interni, è diventata per i consumatori una garanzia di qualità su cui orientare i propri acquisti. Quali i vantaggi per i consumatori?

I consumatori vogliono sapere cosa comprano, vogliono sapere da dove arrivano le materie prime, dove si produce e con quali criteri. Leggono attentamente le etichette dei prodotti. Possono e vogliono, con il loro atto di acquisto, premiare le aziende virtuose. Vogliono essere informati per poter essere in grado di comprare i prodotti etici.

Noi vogliamo segnalare ai consumatori quelle aziende e quei prodotti che rispettano la parità di genere, quelle aziende che non hanno diseguaglianza sulle politiche remunerative e sulle opportunità di carriera e di sviluppo.

La certificazione può essere vista anche come elemento di garanzia dei prodotti sui mercati esteri?

In Inghilterra da aprile 2018 sarà obbligatorio per le aziende produrre evidenze sul gap salariale e sulla Gender Equality. È molto verosimile che questa richiesta venga estesa a tutte le aziende che vorranno commerciare i propri prodotti in Uk. Sappiamo anche che Uk è spesso precursore di cambiamenti che diventano globali. Anche in Islanda é stata approvata una legge che rende la Certificazione delle pari opportunità obbligatoria per le aziende.

Secondo Trasparency Market Research, nel mondo, le aziende spendono circa 178 miliardi di dollari l’anno (in Italia oltre 2 miliardi di euro), ma entro il 2024 il settore genererà ricavi per circa 285 miliardi. In Italia che margine ci sarà?

In un mondo globale di consumi e soprattutto di comunicazione, le certificazioni saranno le uniche garanzie attendibile per i clienti. C’è da attendersi un notevole incremento anche in Italia. E le certificazioni diventeranno sempre più sofisticate, e dopo essere state impiegate con successo su qualità e processi, si allargherà il campo alla “credibilità” e alla sostenibilità delle aziende.

Nel mondo ci sono 450 tipologie di certificazioni verdi. Numerosissime anche quelle alimentari. E di certificazioni “amiche delle donne”?

La Certificazione sulla Parità di genere ideata da Winning Women Institute è la prima – e ad oggi unica – Certificazione sulla Parità di genere. Se pensiamo che in paesi come gli Stati Uniti l’85% di tutti i consumi è deciso dalle donne (e altrettanto si può dire per moltissimi altri paesi), la nostra certificazione più che “amica delle donne” è amica dei consumatori e delle aziende che sono lungimiranti sulla capacità di fare business.

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Enrico Gambardella, Presidente di Winning Women Institute

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