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Differenza di salario donne
Differenza di salario, le donne italiane guadagnano 3000 euro in meno all’anno

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Differenza di salario, l’Italia migliora ma il divario è ancora alto. Qual è lo stipendio medio di una donna italiana dipendente? Ma soprattutto a quanto ammonta la differenza tra il suo stipendio e quello del collega maschio? Secondo il rapporto dell’Osservatorio di JobPricing, il differenziale tra le buste paga di maschi e femmine è di quasi 3.000 euro lordi annui. Per l’esattezza, 30.521 euro di ral per i maschi 26.634 per le femmine.

La differenza di salario per settori

E’ come se una donna rispetto a un uomo cominciasse ogni anno a guadagnare per il suo lavoro dalla seconda metà di febbraio. Le retribuzioni sono sbilanciate verso gli uomini per un 10,4%. Un dato “ancora piuttosto significativo, per quanto rispetto al 2016 (12,6%) si sia registrato un calo”. Un miglioramento (piccolo), quindi.

L’Osservatorio la chiama una “discriminazione salariale tout-court”, slegata dunque dalla collocazione in settori meno “ricchi” e dai ruoli. In più c’è un altro fatto. Le donne sono prevalentemente occupate in settori non industriali (servizi, servizi finanziari, commercio), dove però molto spesso i differenziali retributivi sono ancora più elevati. Dove le donne sono di più, dunque, i loro stipendi sono comunque più bassi di quelli dei colleghi uomini.

Il Rapporto Gender Gap

Come sono stati raccolti i dati? Il database di JobPricing è costituito da oltre 350mila lavoratori subordinati del settore privato (operai, impiegati, quadri, dirigenti). I dati presenti nell’elaborato sono il risultato di un algoritmo di calcolo ex-post, denominato “Riporto all’Universo”, che rende i valori pubblicati rappresentativi dell’intero mercato del lavoro italiano.

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Il lavoro femminile e il soffitto di cristallo

Insomma la struttura occupazionale privilegia gli uomini ai più alti livelli: le donne-dirigenti sono solo il 31%, quelle quadro il 45% (fonte Istat). Alcuni obblighi – per esempio per le società quotate, grazie alla Legge Golfo-Mosca – hanno raggiunto i loro effetti. Nei cda delle aziende si è arrivati infatti a un terzo di presenza femminile. Ma per gli osservatori non sembra di poter dire che la “promozione regolatoria” della parità di genere si sia ancora concretizzata in una trasformazione culturale.

Un minor accesso alle posizioni di vertice ovviamente vuol dire una minore probabilità di accedere alla fascia degli stipendi più alti. Ma questo in realtà, è solo un aspetto di un problema più ampio. Che riguarda la valorizzazione del lavoro femminile. Un dirigente donna in Italia guadagna circa 9.000 euro lordi in meno del collega uomo. La differenza di salario diventa di circa 2000 euro per i quadri, 2700 per gli impiegati e di 2500 per gli operai.

La parità di genere in Europa

A fronte di un dibattito acceso e ricorrente sulla questione della parità di genere, il principale indicatore, e cioè il livello retributivo, marca ancora un netto divario fra i sessi. Tutto questo stona con un principio. La parità di genere rappresenta uno dei valori fondamentali dell’Unione Europea. Eppure, sul lavoro la realtà è diversa. Nella Ue le donne, nei vari settori economici, guadagnano in media oltre il 16% in meno all’ora rispetto agli uomini. Questo divario retributivo di genere è rimasto stabile negli ultimi 5 anni. Al ritmo del cambiamento attuale, verrà colmato solo all’inizio del prossimo millennio. Il quadro tracciato recentemente dalla Commissione Europea delinea uno scenario a dir poco sconfortante.

Quello che ci dobbiamo chiedere è: come si pone l’Italia in questo contesto? Malissimo. In un Paese in cui le donne sono circa 1,7 milioni in più degli uomini, c’è una differenza di quasi 4 milioni di occupati in meno di sesso femminile. Fortunatamente il trend degli ultimi anni è cambiato a favore delle donne.

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LEGGI QUI IL GENDER GAP REPORT

 

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