Per cameo, il pre-audit è stata un’importante occasione per riflettere sull’opportunità di crescita dell’azienda. Ce lo spiega Micaela Di Giusto, che crede molto nella certificazione e soprattutto nella necessità di comunicare alle altre aziende l’importanza della parità di genere.
“E’ stata un’occasione per mappare la reale situazione dell’azienda. Di prezioso, poi c’è la capacità di Winning Women Institute di aiutare l’azienda, dopo l’analisi, a pensare alle corrette implementazioni”. Così il racconto di Micaela Di Giusto, Executive HR Manager, che con cameo ha intrapreso il percorso di Certificazione di pari opportunità.
Quali sono le motivazioni che vi hanno spinto a intraprendere un percorso di Certificazione sull’equità di genere?
Siamo partiti dalla consapevolezza di attuare già, di fatto, nei nostri comportamenti organizzativi, tutta una serie di attività e progetti. Iniziative che parlavano di equità di genere. Così decidere di approfondire è stato un passo obbligato. Quale modo migliore se non quello di “validare” il nostro impegno? Per questo abbiamo scelto Winning Women Institute, ente certificatore, che ha analizzato il nostro status quo rispetto al tema.
Quali riflessioni sono emerse raccogliendo i dati sugli indicatori del modello di certificazione?
La riflessione principale è stata che spesso le aziende investono molto su diverse tematiche. E soprattutto fanno sforzi significativi nel lavorare su aree importanti come questa. Poi, però, non ne parlano o comunque non comunicano, come dovrebbero, all’interno e all’esterno. Rinunciando, in qualche modo, a “fare scuola” e, quindi, a incidere nel cambiamento.
Qual è stata la vostra percezione del pre-audit che ha realizzato Winning Women Institute?
Molto positiva! Soprattutto per quanto riguarda la profondità dell’analisi. Un approccio costruttivo che non si è fermato alla valutazione dei soli indicatori, ma ci ha aiutato ad analizzare a 360 gradi la nostra realtà in cameo.
In che modo?
Valorizzando ogni aspetto, anche quelli che apparentemente e di primo acchito potevano non sembrare collegati a temi di gender equality. Gli auditor hanno saputo “andare oltre il numero”, comprendere la realtà aziendale e la cultura fondante di cameo.
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C’è un indicatore del modello che ritiene particolarmente significativo sul tema dell’equità di genere?
Secondo me è molto utile l’indicatore relativo alla percentuale di donne manager (con almeno due riporti). Perché al di là del dichiarato, fornisce un riscontro effettivo ed oggettivo di quanto cameo investa sulla leadership al femminile.
C’è un indicatore che vorrebbe aggiungere accanto a quelli che sono inseriti nel modello di certificazione?
Riterrei utile avere un indicatore che ci fornisca l’evidenza di opportunità di crescita date alle lavoratrici al rientro dalla maternità. Lo affiancherei, pertanto, a quello della percentuale di donne manager in azienda. Non ritenendo “uguale” il fatto che la nomina sia avvenuta prima o dopo una maternità.
Ci sono degli spunti emersi nel pre-audit per implementare nuove iniziative sull’equità di genere in cameo?
Sì certo! La gestione del rientro post maternità/paternità, quindi iniziative che vadano nella direzione del supporto alla genitorialità. È un aspetto che cameo sta valutando in quanto da questo punto di vista non abbiamo ancora nulla in campo.
Consiglierebbe ad un’altra azienda di realizzare un pre-audit per capire lo status sull’equità di genere?
Assolutamente sì, proprio perché è un’occasione per mappare la reale situazione dell’azienda e iniziare a fare i ragionamenti conseguenti. Poi c’è l’aspetto del sostegno e della capacità di Winning Women Institute di aiutare l’azienda a pensare alle corrette implementazioni. Un supporto utilissimo.
C’è un’iniziativa “nel cassetto” sull’equità di genere che un giorno spera di realizzare?
Ci piacerebbe lavorare alla realizzazione di interventi finalizzati a promuovere le pari opportunità anche fuori dal proprio contesto organizzativo. Quindi un tema di responsabilità sociale d’azienda su cui, in altri ambiti, già investiamo molto.
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Ci sono differenze sulla percezione dell’importanza dell’equità di genere tra il proprio contesto nazionale e quello dell’head quarter?
Sostanzialmente no. Abbiamo cultura e competenze core condivise che ci accomunano e che segnano una stessa direzione nella gestione dell’equità di genere. E’ però chiaro che essendo presenti in oltre 40 Paesi nel mondo, esistono diversità dovute dal mindset culturale locale.
Quali sono le maggiori criticità (per le donne) dell’attuale mercato del lavoro?
A mio avviso, il genere condiziona pesantemente le opportunità di carriera e di sviluppo in azienda. Molte realtà “congelano” i percorsi di crescita delle donne in occasione delle loro assenze per maternità. Inoltre, reputano che al rientro le risorse non siano totalmente affidabili. Insomma, a parità di competenze, devono dimostrare di più per ottenere gli stessi risultati e riconoscimenti.
Come gestisce il lavoro e la famiglia?
Come due mondi con le loro specifiche caratteristiche, ognuno con il giusto tempo da dedicarvi e con le giuste interconnessioni. A livello aziendale, adottare politiche di smart working va nella giusta direzione per favorire il corretto equilibrio vita lavoro.
Mamma e lavoro, quale deve essere il messaggio che deve passare alle future generazioni?
Bisogna dire e ripetere che essere mamma non significa togliere qualcosa alla propria professionalità e che la realizzazione lavorativa rimane un aspetto importante della dimensione di donna e di madre. Mi piacerebbe che le nuove generazioni dimostrassero che le competenze genitoriali possono essere skills re-investibili anche all’interno dell’azienda. Penso, ad esempio, all’organizzazione del tempo, al multitasking, alla capacità di gestione delle emergenze! Le donne sono al primo posto, in queste competenze.
Perché le aziende dovrebbe scommettere su una nuova leadership femminile?
Considero la diversità un valore e non un problema. Pertanto avere donne in azienda in posizione di leadership significa poter contare sul confronto tra ricchezze e punti di vista diversi. Significa, in termini di dinamiche di gruppo, maggiore vivacità, creatività e innovazione.
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