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Intervista a Raffaella Temporiti, Managing Director HR di Accenture Italia sull’importanza della parità di genere in azienda

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Accenture è un’azienda leader a livello globale nel settore dei servizi professionali presente in più di 40 settori industrialie in tutti gli ambiti aziendali – sostenuta dalla più ampia rete di delivery center a livello mondiale. Accenture opera all’intersezione tra business e tecnologia con circa 469.000 professionisti impegnati in più di 120 paesi. Ha chiuso l’anno fiscale 2018 con ricavi pari a 39.6 miliardi di dollari registrando un incremento del 14% rispetto all’anno precedente e investito 935 milioni di dollari in formazione. In Italia è presente dal 1957 e conta ad oggi 13 mila dipendenti. Abbiamo intervistato Raffaella Temporiti, Managing Director HR di Accenture Italia sul valore della parità di genere per le aziende.

L’apporto femminile sta contribuendo al cambiamento all’interno delle aziende?

Le aziende di maggior successo nell’era del digitale, della trasformazione delle tecnologie intelligenti e dell’innovazione, mettono al centro delle competenze di leadership la collaborazione, l’innovazione e l’inclusione. In questo scenario, il bilanciamento di genere costituisce una leva competitiva per le aziende e il sistema Paese. Le naturali capacità femminili di inclusione e networking, l’unione tra tecnologia e soft skills, sono i fattori che colmano il gap, abilitano l’inclusione e favoriscono la crescita. Pertanto, garantireuna cultura del posto di lavoro in cui donne e uomini abbiano pari opportunità di avanzamento e retribuzione diventa determinante per l’evoluzione delle aziende e del loro mindset.

È importante la diversità in azienda? Perché?

In Accenture consideriamo la diversità un valore, certi che solo da idee differenti si generano creatività, innovazione e risultati. Questa convinzione ci spinge ad organizzare programmi dedicati allo sviluppo di una cultura attenta all’inclusione di tutti i talenti (genere, orientamento sessuale, origine etnica, abilità, cultura, età e religione) tramite progetti di sensibilizzazione, volti a creare una leadership sempre più inclusiva. La nostra attenzione alla comprensione, integrazione e valorizzazione delle differenze ci rende più flessibili e sempre pronti a interpretare e anticipare le esigenze del mercato. La diversità ci aiuta a trainare il cambiamento dirompente che i nostri clienti cercano.

Quali sono le maggiori criticità (per le donne) dell’attuale mercato del lavoro?

Il mondo del lavoro mostra ancora una notevole discrepanza tra uomini e donne. Secondo una recente ricerca Accenture, Getting to Equal 2018, in Italia la differenza retributiva è pari al 41%. Inoltre, traspare come gli uomini abbiano il 25% di possibilità in più di accedere a posizioni da manager o di livello superiore e l’84% di possibilità in più di ricoprire posizioni di senior manager/director. In Accenture prevediamo di raggiungere un bilanciamento di genere entro il 2025. Un obiettivo ambizioso, ma raggiungibile perché sostenuto da una leadership che promuove attivamente e con azioni concrete la progettualità. Inoltre portiamo avanti iniziative per avvicinare le ragazze allo studio di materie STEM (Scienza, tecnologia, ingegneria, matematica),così da ridurre il divario di genere anche in ambito tecnologico.Prima di ogni cosa, infatti, siamo impegnati a diffondere in azienda un ambiente di lavoro realmente inclusivo e incoraggiante, in cui il bilanciamento di genere rappresenti una sfida e un’opportunità di crescita per tutti, donne e uomini.

Perché le aziende dovrebbero scommettere su una nuova leadership femminile?

Un ambiente eterogeneo per genere è più fertile. In azienda emerge un approccio diverso delle donne nello stile di comportamento, specie per quanto riguarda l’attenzione alle persone, la modalità di gestire le relazioni con gli interlocutori sia interni che esterni, l’attitudine a prevenire e risolvere i conflitti e la disponibilità a condividere. Dunque, la valorizzazione del ruolo economico della donna ha dei risvolti positivi non soltanto nell’occupazione, ma anche nei consumi e negli investimenti.

Che misure avete in azienda a sostegno della maternità? (telelavoro, forme di flessibilità, congedo parentale…)

Conciliare la vita professionale e quella privata è un tema centrale per tutti i dipendenti. 

Il life balancing, sentito maggiormente durante il periodo di maternità e paternità, è uno dei fattori che influenzano la soddisfazione sul lavoro.   In questo ambito, Accenture è pioniera (dal 2009) nell’introduzione di iniziative che favoriscono il “Lavoro agile”, come part-time, remote working e iniziative di caring per sostenere il rientro dalla maternità. Oggi circa 3000 persone lavorano da casa o da qualunque altro luogofino a due giorni alla settimana. Nel corso degli anni abbiamo aiutato diverse aziende clienti ad avviare questo progetto per i loro dipendenti e aderiamo ogni anno con entusiasmo all’iniziativa del Comune di Milano dedicata al “Lavoro Agile”. Attiviamo forme di part time orizzontale e verticale e specifiche iniziative di coaching e di consulenza familiare (EAP) per far riprendere con efficacia il percorso di carriera. Assecondando le esigenze personali, consentiamo anche assegnazioni temporanee su attività più facilmente conciliabili con i primi mesi di vita del bambino.

Tutte le forme di lavoro flessibile sono estese ad entrambi i genitori e, inoltre, ai papà, come trattamento di miglior favore, vengono riconosciuti due giorni di congedo facoltativo retribuito che non impattano sul numero di giorni a disposizione della mamma. È stata anche lanciata l’iniziativa YOUR CHILD YOUR MASTER a supporto alla genitorialità, affinché mamme, papà e caregivers mantengano un rapporto attivo durante la fase del congedo, per sostenere al meglio il rientro al lavoro. Il programma valorizza le soft skills che si sviluppano con la genitorialità e che sono centrali nell’ambito professionale, come flessibilità mentale e di adattabilità al cambiamento, transilienza, capacità di delega e di gestione del tempo, intelligenza emotiva, assunzione del rischio. 

In Italia è stata la prima ad aver attivato, nel 2009, il lavoro agile come modalità complementare alla tradizionale presenza in ufficio. Il bilancio, oggi? Lo consiglierebbe ad altre aziende?

Accenture è pioniera in Italia dello Smart Working, attivato già dal 2009. Il Remote Working, pur sottostando ai vincoli dei normali orari stabiliti per il lavoratore, può essere svolto fino a 2 giorni alla settimana da qualsiasi luogo e oggi coinvolge l’88% di tutta la forza lavoro “stanziale” delle funzioni corporate. Abilitato da strumenti tecnologici di ultima generazione (come data card e instant messaging aziendale), ha riscontrato fin da subito grande soddisfazione tra i dipendenti, soprattutto in termini di riduzione dei tempi di spostamento e miglioramento del bilanciamento vita-lavoro. Una maggiore flessibilità lavorativa, abilitata dal digitale, può essere un supporto fondamentale per gestire al meglio anche attività personali legate ad impegni familiari, interessi o relazioni interpersonali, che in Accenture vengono tenuti in forte considerazione perché contribuiscono a formare professionisti in maniera completa e li rendono più motivati ed efficienti nel loro lavoro quotidiano. Consiglieremmo ad altre aziende di introdurre lo Smart Working in azienda, perché permette non solo l’adozione di strumenti e tecnologie in grado di abilitare le nuove modalità di lavoro, ma anche una trasformazione in senso organizzativo e culturale. La nostra esperienza ci ha insegnato che il Remote Working innesca un percorso virtuoso e insegna a lavorare bene sugli obiettivi. Non è importante da dove si lavora, ma come e con quali risultati. 

Cosa pensa della legge Golfo Mosca sulle quote?

Questa legge è stata importante perché senza di essa probabilmente la direzione del Paese non sarebbe mai cambiata. Le quote di genere hanno svolto un ruolo da ariete per aumentare la consapevolezza che un maggior numero di donne negli organi di amministrazione e controllo ha un impatto sulle società in termini di bilanciamento del potere, democrazia e cultura. 

Le quote rosa di fatto innescano un processo di rinnovamento della classe dirigente e contribuiscono ad abbattere quelle barriere culturali e una visione unilaterale che erano e che sono ancora presenti in Italia. La pluralità di competenze e profili professionali in un board, come in ogni altro gruppo sociale e organizzativo, costituisce un antidoto al conformismo dei processi decisionali e una buona garanzia di una maggiore efficacia del funzionamento complessivo del sistema stesso. Le quote non possono risolvere tutti i problemi di disparità di genere nel mercato del lavoro italiano, ma sono un segnale importante, che si accompagna a risultati di rinnovamento, di inclusione e di meritocrazia.

Che doveri hanno le aziende?

Le aziende hanno il dovere di creare una cultura delle pari opportunità, in grado di valorizzare le potenzialità femminili e tutti i talenti, permettendo l’avanzamento di tutta la forza lavoro.

Accenture con il suo studio Getting to Equal 2018 ha messo in luce i 40 fattori che, attivati correttamente all’interno dell’azienda, possono contribuire alla promozione di un ambiente di lavoro inclusivo in cui ciascun dipendente può crescere professionalmente. Attraverso l’analisi di questi fattori, la ricerca di Accenture aiuta i leader delle organizzazioni a definire e attuare le strategie necessarie per colmare il divario di genere in un’ottica di prospettiva di carriera e di retribuzione. 

Saper includere la diversità ha rappresentato la chiave per valorizzare le risorse umane e per produrre idee innovative. Quante donne in azienda? Quante in ruoli executive?

In Accenture le donne rappresentano il 42% della forza lavoro a livello globale, un dato in crescita rispetto allo scorso anno, quando la nostra azienda ha dichiarato di volersi impegnare a raggiungere, entro il 2025, un bilanciamento in termini di genere. In quest’ottica Accenture ha già ottenuto significativi risultati: conta, infatti, più di 170.000 dipendenti donne in tutto il mondo. Nel 2017 le donne hanno rappresentato il 47% delle persone neo assunte, in anticipo rispetto al programma iniziale. Abbiamo, inoltre, registrato una percentuale record (32%) di promozioni a managing director di donne. Il nostro obiettivo è quello di portare la percentuale globale di donne managing director al 25% entro il 2020. Ad oggi le donne occupano molte posizioni chiave di leadership, infatti, ben il 25%della nostra Global Management Committee, il nostro principale gruppo di governance, è costituito da donne e quasi un terzo(28%) dei nostri dirigenti è costituito da donne. 

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