La scuola in Italia è al femminile. Si tratta di una vera e propria valanga rosa. Che non ha eguali in nessun comparto. Tra i settori pubblici la scuola è quello con la più alta percentuale di donne. Si parla di una presenza di oltre 82%.
La situazione in Europa
L’incremento continuo del numero di donne in cattedra ha trasformato il fenomeno, in un fenomeno eccezionale. Una percentuale di donne superiore si trova solo in Lituania (97,1), Ungheria (97) e Slovenia (96,9). Mentre il Paese con il numero di docenti più bilanciato per genere è la Danimarca. Ma anche lì, nell’istruzione primaria, le donne raggiungono il 69,1%.
L’aumento rosa nella scuola italiana
In Italia, in dieci anni la percentuale di “quote rosa” in cattedra è aumentata di oltre due punti percentuali, dall’80,6% all’82,7%. Ed è stata la fascia delle scuole superiori a contribuire maggiormente a questo incremento. Tuttoscuola ha analizzato il fenomeno elaborando gli ultimi dati Miur sul personale scolastico.
Anche tra i docenti con contratto a tempo determinato la prevalenza è nettamente al femminile. Solo l’anno scorso, secondo Tuttoscuola, le insegnanti donne in cattedra, di ruolo o supplenti nelle scuole statali sono state quasi 700 mila. Cioè l’81,7% degli 855.734 docenti di ogni ordine e grado di scuola (esclusi i docenti di religione cattolica).
Al Sud
Nelle regioni del Sud è stata più sensibile la colorazione rosa dell’ultimo decennio con il record della Puglia che in dieci anni è passata dal 78,3% all’81,9%, seguita da Basilicata (+ 2,8 punti), Calabria (+ 2,6) e Campania (+ 2,5).
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Scuola dell’infanzia
Data ormai per scontata la situazione pressoché strutturale della scuola statale dell’infanzia, dove la presenza femminile sfiora da anni il 100% (99,30% nel 2016-17), meritano attenzione gli altri settori e, in particolare quelli della secondaria. Nella scuola primaria la percentuale femminile che dieci anni fa era del 95,8%, nel 2016-17 è stata del 96,4%, cioè oltre mezzo punto in percentuale di incremento.
Scuola Secondaria di I grado
Negli ultimi dieci anni la presenza femminile nelle cattedre di scuola secondaria di I grado è passata dal 76,8% al 78,1%. Tra i docenti della secondaria di I grado, dove la percentuale di presenza femminile è del 78%, si registrano percentuali oltre l’80% in Emilia, Lazio e Liguria, ma è l’Umbria al top con l’82%.
Scuola Superiore
Ma il cambiamento di genere più significativo nell’ultimo decennio si è registrato nelle scuole Superiori, dove la percentuale femminile è passata dal 60,6% al 65,7%. Mediamente oggi in cattedra nelle scuole superiori 2 professori su tre sono donne. Vent’anni fa il rapporto di genere era pressoché pari: 50% e 50%.
I dirigenti scolastici
La valanga rosa non ha risparmiato nemmeno la dirigenza scolastica: nell’anno scolastico 1998-99, prima dell’autonomia scolastica, cioè, quando i 10.839 capi d’istituto in servizio provenivano per concorso dai settori scolastici dove avevano operato come docenti, gli uomini erano 6.798 (62,7%) e le donne 4.041 (37,3%): quasi 2 uomini ogni 3 capi d’istituto. Nel 2015 il superamento è ampiamente avvenuto. Tra i 7.448 dirigenti scolastici in servizio gli uomini si sono ridotti a 2.515, un terzo del totale, mentre le donne sono 4.933, pari al 66,2%.
Quali le cause del fenomeno?
Ma analizziamo le cause. Quali possono essere in Italia le ragioni che spingono sempre più le donne a scegliere l’insegnamento e gli uomini a non cercarlo? Il tipo di lavoro e, soprattutto, l’orario di lavoro. Le effettive giornate lavorative e i tempi feriali disponibili attirano in particolare le donne che, comunque e nonostante i mutati ruoli sociali, aggiungono all’attività lavorativa i carichi di lavoro familiari e domestici. Insomma, le problematiche sono sempre le stesse. La mancata conciliazione tra vita professionale e private.
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