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Mamme al lavoro: con l’orario flessibile non è un problema assumerle

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Mamme al lavoro: con l’orario flessibile non è un problema assumerle. A parità di ruolo, le madri, si sa, guadagnano ancora meno delle colleghe senza prole. Il peso della cura e dell’organizzazione familiare da sempre gravano sulla busta paga delle mamme lavoratrici. Ma ora cambia tutto.

Lo smart working aiuta le donne a lavorare meglio

Uno studio della Università della British Columbia su oltre 20 mila donne mostra che con il telelavoro le differenze salariali con gli uomini e con le donne senza figli si riducono nettamente. Lo riporta il sito www.galileonet.it in un articolo scritto da Cecilia Vandini. La ricerca pubblicata su Work and Occupations, propone una soluzione: l’introduzione di una maggiore flessibilità per le mamme al lavoro. Secondo i ricercatori, infatti, l’accesso a forme come il working from home e l’orario flessibile potrebbe migliorare i salari per le donne. Specialmente per coloro in possesso di una formazione universitaria.

La flessibilità produce serenità per il lavoratore e per l’azienda

L’articolo riporta come, secondo Sylvia Fuller, sociologa e autrice principale dello studio, i risultati offrono una lezione importante per i politici e per i direttori delle Risorse Umane.
“I nostri risultati suggeriscono che, nel momento in cui le aziende promuovono il lavoro flessibile, l’assunzione di donne e donne madri non è più un problema”. Perché la flessibilità non solo rende più facile per le lavoratrici svolgere bene il proprio compito, ma allevia anche la preoccupazione del datore di lavoro riguardo il buon svolgimento del compito assegnato. I datori di lavoro, perciò, dovrebbero riesaminare le loro pratiche di assunzione per garantire che non siano discriminanti nei confronti delle madri.

Esiste anche una Direttiva della Commissione Ue sull’equilibrio donna/lavoro che dice: “non spetterebbe più alla neo-mamma dimostrare il perché delle sue esigenze, ma al datore di lavoro dimostrare l’impraticabilità del rapporto flessibile”.

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Mamme al lavoro: il Parlamento Europeo studia nuove regole

Inoltre, il Parlamento Europeo sta elaborando delle nuove regole sul lavoro flessibile per venire incontro alle esigenze delle famiglie. In particolare, gli eurodeputati sono al lavoro su delle nuove regole che permetteranno ai lavoratori con figli (o responsabili dell’assistenza di familiari) di mantenere l’equilibrio tra carriera e vita privata. L’inizio dei negoziati tra Consiglio, Parlamento e Commissione è previsto in questo mese e le novità in materia potrebbero diventare realtà già entro il 2019.

Congedo di paternità

Si propone l’introduzione di un congedo di paternità retribuito della durata di almeno 10 giorni. Se non c’è il padre, è riferito alla figura famigliare equivalente dopo la nascita di un figlio, un’adozione e nel caso di bambini nati morti. Si pensa anche a un diritto individuale a 4 mesi di congedo parentale non trasferibile da utilizzare prima che il figlio compia 10 anni.

Permessi retribuiti

Le nuove regole stabiliscono anche il diritto ai permessi retribuiti per coloro che devono assistere familiari a carico o gravemente ammalati. Gli eurodeputati suggeriscono un livello salariale o di indennità pari almeno al 78% dello stipendio lordo del lavoratore per chi richiede permessi di assistenza. O per prendersi cura dei figli, e almeno pari all’80% in caso di congedo di paternità. Per gli eurodeputati è importante anche che i genitori possano lavorare con condizioni flessibili e modulabili secondo le proprie esigenze familiari, ad esempio lavorando da casa quando necessario.

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