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Master per mamme: a Milano la maternità si trasforma in crescita professionale

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Master per mamme a Milano. Il capoluogo lombardo è il primo Comune in Italia a valorizzare la maternità. Propone infatti alle proprie dipendenti il programma digitale MAAM  (Maternity As A Master) trasformando la tradizionale visione della “conciliazione vita-lavoro”.

Un vero e proprio master. Un master per mamme in cui l’esperienza della genitorialità diventa occasione di allenamento per competenze soft, utili anche nell’esercizio della professione. Proprio quelle competenze più ricercate dal mondo del lavoro, come la gestione del tempo, l’empatia, la capacità di collaborare con gli altri, la creatività. Partire proprio dalla maternità per ripensare nel profondo l’organizza­zione del lavoro.

Insomma, finalmente la maternità è vista come occasione di crescita straordinaria, che porta con sé nuove energie e abilità essenziali an­che per la vita professionale. E così un’istituzione in prima fila per il cambiamento. Il Comune di Milano, infatti, considera i suoi circa 15.000 dipendenti, tra i quali 155 attualmente in maternità con bambini nella fascia di età 0-3 anni, un vero patrimonio sul quale investire sempre di più.

 Le neo mamme sono una  risorsa positiva

“Che la maternità e la paternità siano un’esperienza altamente formativa e un arricchimento per la persona è una evidenza. Ne viene di conseguenza che questo arricchimento sia una risorsa per le aziende e gli enti pubblici”, commenta l’Assessore alle Politiche per il Lavoro, Attività Produttive e Risorse Umane, Cristina Tajani. “Come Amministrazione siamo convinti che sia necessario cogliere questa opportunità di portare le migliori capacità delle neo mamme nei servizi ai cittadini e nella migliore gestione degli uffici comunali. Grazie a questo master per mamme, le mamme potranno mettere a disposizione le loro ‘nuove competenze’. Inoltre, le diverse direzioni avranno gli strumenti per riconoscerle e impiegarle a tutto vantaggio del buon funzionamento dell’intero ente e dei servizi al cittadino”.

Milano prima città per il lavoro femminile

Secondo i dati riportati dalla ricerca, A Milano il lavoro è donna di EQuIPE 2020, il capoluogo lombardo è la prima città italiana per l’occupazione femminile. Il 65% delle donne residenti in città tra i 20 e i 64 anni ha un lavoro, superando anche la media europea attestata al 60,4%. E ovviamente quella italiana è ferma al 47,2%. Eppure, permane una differenza sostanziale quando si parla di possibilità di fare carriera, e infatti la quota di dirigenti maschi (4,9%) rimane nettamente superiore a quella delle donne (1,4%).

Continua a essere evidente la difficoltà che le donne lavoratrici trovano nel mettere su famiglia: guardando alla popolazione tra i 20 e i 64 anni, la maggioranza delle residenti a Milano sia italiane (55,1%) che straniere (51,3%) non vive in un proprio nucleo familiare con figli, non vive cioè in coppia o come monogenitore con figli propri conviventi.

Master per mamme: i genitori sono i lavoratori meglio skillati

“Per quanto si possa avanzare in termini di occupazione femminile, resta l’idea che la famiglia frena la carriera. Il paradosso è che, nel frattempo, le aziende spendono ogni anno un miliardo di euro in formazione, e le competenze più ricercate sono proprio quelle che la maternità allena, come abbiamo dimostrato con MAAM”,  afferma Riccarda Zezza, Ceo di MAAM (in foto).

La genitorialità è una palestra naturale di sviluppo di soft skills e oltre 2.000, tra neo mamme e papà, hanno restituito una fotografia precisa su quelle raggiunte. Ecco la classifica, secondo un’indagine condotta dai responsabili di MAAM:

  • la delega (35%)
  • la gestione del tempo (+31%)
  • la comunicazione (+25%)
  • il networking (+23%)
  • la capacità di decisione (+22%)
  • l’intelligenza emotiva (+19%).

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Accenture e Unipol in pole position

Ad oggi sono già 5 le aziende che in meno di due anni hanno aderito al progetto. Ne hanno intuito le potenzialità per valorizzare il proprio capitale umano. Tra queste, interessante il caso di Accenture, che ha avviato a dicembre 2016 un progetto pilota in tutte le sue sedi italiane. Le partecipanti hanno rivelato di aver acquisito una nuova consapevolezza di come la maternità possa portare valore anche nell’ambito professionale.

Nello specifico, il sostegno ai neo genitori è stato rafforzato anche da programmi di smart working e coaching per riprendere con efficacia il proprio percorso di carriera. E anche da assegnazioni temporanee su attività conciliabili con i primi mesi di vita dei bambini. Anche quello di Unipol è un caso emblematico che, a partire da luglio 2017, ha coinvolto già quasi 200 neo-genitori, di cui oltre 60 sono papà da tutte le regioni d’Italia.

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