Welfare aziendale, la ricetta giusta per le donne manager. La conciliazione dei tempi di vita e lavoro è decisiva per la maggior parte delle donne italiane.
E per non parlare di quelle che hanno dei ruoli dirigenziali.Per il 92% delle donne-manager la familia costituisce un impegno gravoso, per il 37% è addirittura molto gravoso e solo l’1% non avverte il peso dell’impegno.
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Le donne manager al centro delle esigenze welfare
A raccontarlo l’indagine Manageritalia Edenred 2017 realizzata da AstraRicerche (840 casi). Per il 60% delle donne-manager, infatti, gli impegni familiari condizionano l’attività lavorativa, soprattutto nella fascia sotto i 45 anni, in cui la gestione dei figli è molto assorbente. Il ruolo delle aziende nel predisporre un’organizzazione del lavoro favorevole alla conciliazione è quindi determinante per la carriera delle donne. Il 51% delle donne-manager intervistate dichiara che la propria azienda prevede una serie di misure di conciliazione (come la flessibilità dell’orario di lavoro) rivolte a tutti i dipendenti, mentre solo nel 5% dei casi sono previste misure specifiche per le donne e nel 6% per le donne-manager.
Il welfare aziendale in Italia
Il welfare aziendale può essere davvero uno strumento decisivo per sostenere le donne nella conciliazione dei tempi di vita-lavoro, sia in termini di flessibilità di orario e luogo di lavoro, sia con specifici servizi. Il 38% delle donne-manager ha dato una risposta positiva sulla presenza di piani di welfare nella propria azienda. Mentre il 19% ha dato una risposta negativa, ma fiduciosa nella sua implementazione futura. La maggior diffusione è nelle grandi imprese con il 71% delle indicazioni positive. Per il 67%, tuttavia, tali servizi sono insufficienti e andrebbero potenziati anche perché il 94% considera il welfare aziendale di grande utilità.
Il welfare familiare, necessario per chi ha figli
Tra i servizi di welfare ritenuti più utili dalle donne-manager, al primo posto figurano lo smart working e la possibilità di lavorare da casa (82%). Segue la flessibilità di orario di uscita e di entrata al lavoro (78%). Si aggiungono poi le voci del cosiddetto welfare familiare, come il sostegno allo studio del figli (44%), il rimborso e i voucher per baby sitter e servizi di baby sitting (34%). Ma anche l’asilo aziendale (33%), il maggiordomo aziendale per pagamento bollette, lavanderia, ecc. (32%), il rimborso o convenzione o voucher per le badanti (26%), e il congedo parentale per mamme papà (19%).
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Secondo l’indagine, gli impegni familiari più condizionanti riguardano la cura dei figli (71%), seguita dalla cura dei genitori o di altri parenti anziani (41%) e, infine, dalla cura dei familiari non autosufficienti (8%). La cura dei figli è un impegno oneroso soprattutto per le donne sotto i 45 anni di età. Mentre la cura di familiari anziani e non autosufficienti è avvertita soprattutto nella fascia di età sopra i 54 anni.